Insegnamenti



INTRODUZIONE

 

Secondo l’idea di Esoterismo, applicata alla storia del Genere Umano, nessuna Civiltà inizia mai da sola. Non esiste evoluzione che inizi accidentalmente e proceda meccanicamente. Soltanto la degenerazione e il deterioramento possono procedere meccanicamente. Una Civiltà non inizia per crescita naturale, ma soltanto con una cultura artificiale.


Le Scuole Esoteriche sono nascoste agli occhi dell’umanità comune; ma l’influenza delle Scuole persiste ininterottamente nella storia e ha lo scopo, per quanto possiamo capire questo scopo, di  aiutare, quando ciò appare possibile, razze che sono cadute in uno stato barbaro di qualsiasi tipo ad emergere da quello stato e intraprendere una nuova Civiltà, o una nuova Vita.


Un Popolo selvaggio e semi-selvaggio o un’intera Nazione sono presi in mano da un uomo che possiede Potere e Conoscenza. Egli inizia a educare e a istruire la gente. Dà loro una Religione, promulga Leggi, costruisce Templi, introduce sistemi di scrittura, crea l’inizio dell’Arte e delle Scienze, fa emigrare le genti in un altro paese se necessario, e così via. Il Governo Teocratico è una forma di Cultura artificiale. La storia Biblica da Abramo, e forse anche prima, da Salomone, è un esempio della civilizzazione di un popolo selvaggio da parte di membri del Cerchio interno dell’Umanità.


Secondo la tradizione, i seguenti personaggi storici appartenevano a Scuole Esoteriche: Mosè, Gautama il Buddha, Giovanni Battista, Gesù Cristo, Pitagora, Socrate e Platone; anche i più mitici Orfeo, Ermete Trismegisto, Krishna, Rama e certi altri Profeti e Maestri dell’Umanità. A Scuole Esoteriche appartenevano anche i costruttori delle Piramidi e della Sfinge; i Sacerdoti dei Misteri in Egitto e in Grecia, molti Artisti in Egitto e altri Paesi; gli Alchimisti; gli Architetti che costruirono le Cattedrali Gotiche del Medio Evo; i Fondatori di alcune Scuole e Ordini di Sufi e Dervisci e anche certe persone che sono apparse nella Storia per brevi momenti e rimangono un enigma storico.


Si dice che al giorno d’oggi alcuni membri di Scuole Esoteriche vivano in certe parti remote e inaccessibili del globo, come l’Himalaya o il Tibet, o alcune regioni montuose dell’Africa. Mentre altri, stando a simili storie, vivono tra la gente comune, senza differire per nulla esternamente da essa, e spesso appartengono anche alle classi incolte e sono impegnati in insignificanti e forse, dal punto di vista ordinario, perfino volgari Professioni.


Così un autore Occultista Francese affermava di aver imparato molto da un Orientale che vendeva pappagalli a Bordeaux. Ed è sempre stato così fin dai tempi antichi. Gli uomini appartenenti al Cerchio Esoterico, quando appaiono tra l’Umanità ordinaria, indossano sempre una maschera attraverso la quale molto pochi riescono a penetrare.


L’Esoterismo è remoto e inaccessibile, ma ogni uomo, che viene a sapere o crede nell’esistenza dell’Esoterismo, ha la probabilità di avvicinare una Scuola o può sperare di incontrare persone che lo aiuteranno e gli mostreranno la strada. La Conoscenza Esoterica è basata sull’insegnamento orale diretto, ma prima che un uomo possa raggiungere la possibilità di uno studio diretto delle idee dell’Esoterismo deve imparare tutto ciò che è possibile sull’Esoterismo nel modo ordinario, cioè attraverso lo studio della Storia della Filosofia e della Religione. E deve cercare. Perché le porte del miracoloso si aprono per chi cerca.

Sorge molto spesso la domanda: perché, se realmente il Centro Esoterico esiste, non fa nulla per aiutare l’Uomo comune a emergere dal caos delle contraddizioni nelle quali vive e arrivare alla Vera Conoscenza e Comprensione? Perché il Cerchio Esoterico non aiuta l’Uomo a regolare la propria vita sulla Terra e perché permette violenza, ingiustizia, crudeltà, guerre e così via?

La Conoscenza Esoterica non può essere data soltanto a coloro che cercano, soltanto a coloro che l’hanno cercata con una certa consapevolezza, cioè con la comprensione di quanto differisca dalla conoscenza ordinaria e di come possa esser trovata. Questa conoscenza preliminare può essere ottenuta con mezzi comuni, dalla Letteratura conosciuta ed esistente, facilmente accessibile a tutti. E l’acquisizione di questa conoscenza preliminare può esser considerata come la Prima Prova.

Soltanto coloro che superano questa Prima Prova, coloro, cioè, che acquisiscono la conoscenza necessaria dal materiale accessibile a tutti, possono sperare di intraprendere il passo successivo,  punto al quale un diretto aiuto individuale sarà loro accordato. Un uomo può sperare di avvicinare l’Esoterismo se ha acquistato una giusta comprensione della conoscenza comune, cioè se può trovare la sua vita in un labirinto di Sistemi, Teorie e Ipotesi contradditorie, e comprenderne il loro contenuto e significato generale.

La Prova è qualcosa come un Esame competitivo aperto all’intera Razza Umana, e l’idea di un Esame competitivo soltanto spiega perché il Cerchio Esoterico appare riluttante ad aiutare l’Umanità. Ma non è riluttante. Si fa tutto il possibile per aiutare gli uomini, ma gli uomini non fanno o non possono fare gli sforzi necessari da se stessi. E non possono essere aiutati con la forza.

Quindi, dal punto di vista dell’idea di Esoterismo, il primo passo verso la Conoscenza nascosta deve essere fatto da una sfera d’azione aperta a tutti. In altre parole, le prime indicazioni per la Via alla Vera Conoscenza possono essere trovate da chiunque nella comune conoscenza accessibile a tutti.  Religione, Filosofia, Leggende, Fiabe, abbondano di informazioni sull’Esoterismo. Ma si devono avere occhi per vedere e orecchie per intendere.

La gente del nostro tempo possiede Quattro Vie che conducono all’Ignoto, quattro forme di concezione del mondo: Religione, Filosofia, Scienza e Arte. Queste Vie diversero tempo fa. E proprio il fatto della loro divergenza mostra la lontananza della Sorgente della loro origine, cioè dall’Esoterismo.


Nell’antico Egitto, in Grecia, in India, in alcuni periodi, le Quattro Vie costituirono un insieme.

 

Se esaminiamo da vicino la Religione, la Filosofia, la Scienza e l'Arte, vedremo chiaramente perché le nostre forme di concezione del mondo non possono servire
come Via alla Verità. Esse saranno sempre divise, e sempre finiscono per contraddirsi l’una con l’altra oltre che con se stesse. Ovviamente più esse sono frammentate e separate l’una dall’altra, tanto più si allontanano dalla Verità. La Verità è nel Centro, dove le Quattro Vie convergono. Di conseguenza più vicine esse sono l’una all’altra, più vicine sono alla Verità, più lontane l’una dall’altra, più lontane dalla Verità.
 
Inoltre la divisione di ognuna di queste Vie al proprio interno, cioè la suddivisione in Sistemi, Scuole, Chiese e Dottrine, denota una gran lontananza dalla Verità, e infatti vediamo che la quantità di divisioni, più che diminuire, aumenta in ogni campo e in ogni sfera dell’attività umana.

Questo a sua volta può mostrarci, sempre che possiamo percepirlo, che la tendenza generale dell’attività umana porta non alla Verità, ma nella direzione completamente opposta. Se proviamo a definire il significato delle Quattro Vie della Via Spirituale dell’Umanità vediamo, innanzitutto, che esse cadono in due categorie. Filosofia e Scienza sono Vie Intellettuali; Religione e Arte, Vie Emozionali. Inoltre ognuna di queste Vie corrisponde a un definito tipo di essere umano intellettuale o emozionale.


Ma questa divisione non spiega tutto quello che può sembrarci inintelligibile o enigmatico nella sfera della Religione, dell’Arte o della Conoscenza, poiché in ognuno di queste sfere dell’attività umana vi sono fenomeni e aspetti che sono completamente incommensurabili e che si fondono uno nell’altro e poi è soltanto quando saranno combinati in un unico insieme che essi cesseranno di distorcere la verità e di condurre gli uomini fuori dalla giusta Via.

Molte persone protesteranno ovviamente con veemenza e perfino si rivolteranno al suggerimento che Religione, Filosofia, Scienza e Arte rappresentano simili, equivalenti ed egualmente imperfette Vie di Ricerca della Verità.

Ad un uomo Religioso, l’idea apparirà irrispettosa nei confronti della Religione. Ad un uomo di Scienza sembrerà un insulto alla Scienza. Ad un Artista sembrerà una derisione dell’Arte. E ad un Filosofo apparirà come un’ingenuità basata su una mancanza di comprensione di quel che è Filosofia.

Proviamo ora a definire le basi della divisione delle Quattro Vie al giorno d’oggi.

La Religione si fonda sulla Rivelazione. La Rivelazione è qualcosa che proviene direttamente dalla Coscienza Superiore o dalle Potenze Superiori. Se non vi è l’idea della Rivelazione non v’è Religione. E nella Religione c’è sempre qualcosa di inconoscibile da parte della mente comune e del pensiero ordinario. Per questa ragione nessun tentativo di creare una Religione sintetica e artificiale per mezzo di metodi intellettuali ha mai condotto o potrà mai condurre da qualche parte. Il risultato non è Religioso, ma soltanto cattiva Filosofia. Tutte le riforme e i tentativi di semplificare o razionalizzare una Religione provocano risultati negativi. D’altro canto una “Rivelazione”, o quel che è dato per mezzo della Rivelazione, deve superare ogni altra Conoscenza. E quando troviamo, invece, che la Religione è secoli o perfino, come accade in molti casi, migliaia di anni in ritardo rispetto alla Scienza e alla Filosofia, la conclusione principale è che essa non è Religione, ma soltanto Pseudo-Religione, la salma avvizzita di quel che un tempo era o poteva essere stata una Religione. Sfortunatamente, tutte le Religioni a noi note nella loro forma Chiesastica sono soltanto “Pseudo-Religioni”.
 
La Filosofia è basata sulla speculazione, sulla Logica, sul pensiero, sulla sintesi di quel che sappiamo e sull’analisi di quel che non conosciamo. La Filosofia deve comprendere tra i suoi confini l’intero contenuto di Scienza, Religione e Arte? Tutto quel che conosciamo al giorno d’oggi col nome di Filosofia non è Filosofia, ma semplicemente  “Letteratura Critica», o l’espressione di opinioni personali, soprattutto con lo scopo di combattere, rovesciare e distruggere altre opinioni personali. Oppure, il che è ancora peggio, la Filosofia non è altro che una dialettica auto-soddisfatta di se stessa che si circonda con un’impenetrabile barriera di terminologia incomprensibile ai non iniziati e che risolve per se stessa tutti problemi dell’Universo senza alcuna possibilità di provare queste
spiegazioni o di renderle intelligibili ai comuni mortali.
 
La Scienza si basa su esperimenti e osservazioni. Non deve conoscere timore, non avere dogmi, non deve creare “Tabù” di per sé. Ma la Scienza contemporanea, per il semplice fatto di essersi tagliata fuori bruscamente dalla Religione e dal “Misticismo», cioè avendo stabilito di per sé un preciso “Tabù”, è diventata uno strumento di pensiero accidentale e inaffidabile. La costante sensazione di questo “Tabù” fa sì che essa chiuda gli occhi dinanzi a una intera serie di inesplicabili e inintelligibili fenomeni, la priva della sua interezza e unità e come risultato causa che: “Non abbiamo una Scienza, ma Scienze”.
 
L’Arte si basa sulla comprensione emozionale, sul sentimento dell’Ignoto che giace dietro al visibile e al tangibile, e sul potere creativo, il potere cioè, che ricostruisce in forme visibili e udibili le sensazioni, i sentimenti, le visioni e gli stati d’animo dell’Artista, e soprattutto una certa fuggevole sensazione, che è infatti la percezione dell’armoniosa interconnessione e unità di tutto e la percezione dell' “Anima” di cose e fenomeni. Come la Scienza e la Filosofia, l’Arte è una precisa «Via di Conoscenza». L’Artista, nel creare, impara molto di quanto non conosceva prima. Ma un’Arte che non rivela misteri, che non conduce alla sfera dell’Ignoto, che non produce nuova Conoscenza, è una parodia dell’Arte, e ancor più spesso non è neanche una parodia, ma semplicemente un commercio o un’industria.

Pseudo-Religione, Pseudo-Filosofia, Pseudo-Scienza e Pseudo-Arte è praticamente tutto quello che conosciamo. Veniamo nutriti di surrogati, di «margarina» in tutti gli aspetti e le forme. Molti pochi di noi conoscono il sapore delle cose genuine.
 
Ma tra la Religione genuina, l’Arte genuina, la Scienza genuina da un lato, e i “Surrogati” che chiamiamo Religione, Arte e Scienza dall’altro, esistono molti piani intermedi, corrispondenti ai differenti livelli di sviluppo dell’Uomo, con differenti comprensioni appartenenti a ogni livello. La causa dell’esistenza di questi differenti livelli risiede nell’esistenza della profonda, radicale ineguaglianza che esiste tra gli uomini. E molto difficile definire questa differenza tra gli uomini, ma essa esiste, e le Religioni come tutto il resto sono divise in relazione a essa.

Non si può dire, per esempio, che esiste il Paganesimo e che esiste il Cristianesimo. Ma si può dire che vi sono Pagani e che vi sono Cristiani. Un Cristianesimo può essere Paganesimo, e un Paganesimo Cristianesimo. In altre parole, vi sono molte persone per le quali il Cristianesimo è Paganesimo, vale a dire, per quelle persone che trasformano il Cristianesimo in Paganesimo, proprio come trasformerebbero ogni altra Religione in Paganesimo.

Dal punto di vista Iniziatico, Conoscere, o Conoscenza, non significa pensare, ma “Essere” l’oggetto conosciuto. Una cosa non si conosce finché non si realizza: la coscienza deve trasformarsi in essa. In questi termini Conoscenza fa tutt’uno con Esperienza. L’Esperienza, ossia ciò che risulta direttamente alla propria Coscienza, generalmente si inclina a concepirlo come semplice “fenomeno” e dietro ad esso si va a supporre qualcosa cui si attribuiscono i caratteri della realtà vera e oggettiva: per la Scienza sarà la materia o il vario gioco delle vibrazioni dell’etere; la Filosofia definirà “La cosa in sé”; per la Religione sarà l’una o l’altra Ipostasi Divina.

 

“Se guardiamo alle Religioni come alle mille foglie di un albero, ci sembrano tutte differenti, ma riconducono tutte allo stesso tronco; finché non riusciremo a intuire tale unità di fondo, non sapremo far cessare le guerre condotte in nome della Religione.”
(Gandhi)

Esiste da sempre una conoscenza dei Segreti dell’Universo, una ricerca del Sapere che illumina e dirige le coscienze, una somma di tutti quei postulati sul Mistero di Dio, dell'Uomo e della Natura e dei loro intimi rapporti: è l'Antica Saggezza! Questa Sapienza primordiale è la “Religione dello Spirito”, la “Religione Una ed Universale”, all’origine delle maggiori Organizzazioni Spirituali del mondo ed ispiratrice dei Libri Sacri di tutti i Popoli e quindi delle Arti, delle Scienze, delle Psicologie e delle Filosofie delle maggiori Civiltà umane.

I vecchi Saggi dell’Oriente e dell’Occidente avevano come base dei propri insegnamenti questa “Antica Saggezza” in cui era concentrata la totalità dello scibile umano. La sua trasmissione riguardava solo coloro che avevano saputo dare prova di esserne degni e quindi Essa passò, lungo il corso dei secoli, da Sacerdote-
Iniziato ad Adepto-Discepolo. In modo da salvaguardare i suoi contenuti, gli Iniziati la affidarono principalmente alle Società Esoteriche tradizionali per perpetrarne i Misteri, sia i minori che i maggiori.
 
Per concludere dobbiamo umilmente riconoscere che l’Uomo “ordinario” si trova lontano dalla Conoscenza Esoterica e conseguentemente dalla realizzazione di Se Stesso quanto mai lo fu l’Uomo di una altra qualsiasi civiltà, perché un surrogato, che oserei definire diabolico, del conoscere e del potere tengono in lui il posto del Conoscere e del Potere Vero. Il quale, nel Cerchio interno iniziatico è giustizia, è sanzione di una dignità, promanazione naturale e irrinunciabile di una vita integrata, secondo i gradi ben definiti di una tale integrazione. «Come il sapere conseguito di là dall’incertezza e dall’ambiguità dei fenomeni sensibili, in quest’ordine non si riferisce a Formule o ad astratti Princìpi esplicativi, ma a Enti Reali colti per immediata percezione Spirituale, del pari l’Ideale del Potere qui è quello di un’azione effentuantesi non sotto determinismi naturali ma al di sopra di essi, non fra fenomeni ma fra cause di fenomeni con l’irresistibilità e il diritto
proprio a chi è superiore.


Superiore, come si è detto sopra, per essersi “guadagnato” una Scuola Esoterica che attraverso durissimi insegnamenti lo ha portato nel Cerchio interno dell’umanità, sempre ricordando che: “Nemo dat quod non habet”. Superiore per essersi effettivamente “disciolto” dalla condizione umana e per aver conseguito il Risveglio Iniziatico, come spesso dicono Kremmerz, Gesù, Buddha, Meyrink, Ouspensky e altri iniziati.




LA SCUOLA INIZIATICA

 

Cos’è una Scuola Iniziatica? Moltissime persone hanno di Essa un’errata concezione; chi pensa sia una “Setta”, chi la “Massoneria” oppure qualche strano modo di fare “Magia”, di qualunque “Colore”.

Iniziazione deriva dal termine “Initium” che significa “Entrata” o “Principio”. Un “Principio” tutti noi lo abbiamo avuto sin dal momento del concepimento e poi dalla nascita, in forma autonoma. L’Iniziazione è considerata una“Seconda Nascita”, ovvero la persona cessa di identificarsi con ciò che “credeva” di essere, per apprendere chi è realmente! Il mondo in cui si vive non è che una illusione, una sorta di sogno da “svegli” ma che fa credere all’individuo che la vita che vive sia l’unica possibile, l’unica degna di essere vissuta, l’unica che vive.

 

Immagina di stare sognando veramente e improvvisamente ti svegli, il sogno avrebbe potuto essere bello o brutto, ma tutto il contenuto del sogno tu credevi fosse reale. Appena sveglio però ti rendi conto che era solo un sogno e non ci pensi più.

 

Diversamente, chi viene Iniziato ad una Tradizione autentica, qualunque essa sia, per prima cosa scopre, in modo assolutamente evidente, che ciò che osserva non è altro che un altro “Sogno”, alcuni direbbero una “Proiezione di Se Stesso”. Quindi di “Mondi” ne esistono tanti quanto il numero di persone presenti sul Pianeta.

 

Affinché la persona acquisisca la cognizione reale di cosa sia la Via è necessario sia “Iniziata” da chi ne ha il potere per farlo. Un esempio: nella Tradizione Indù, se il Mantra non è appreso dalla bocca di un Guru autorizzato, è senza alcun effetto, poiché non è “vivificato” dalla presenza dell'influenza Spirituale di cui è unicamente destinato ad essere il veicolo. Ossia il Maestro. Esistono due modi per definire l’Iniziazione: entrare nella Via è l'iniziazione Virtuale; seguire la via è l'Iniziazione Effettiva. Seguire la Via significa seguire gli Insegnamenti, eseguire gli Esercizi proposti. Se diversamente la persona si limita ad ascoltare le parole dette dal Maestro o dai suoi Assistenti abilitati, non solo non giunge a nulla ma perde solo tempo! Le critiche avvengono sempre da queste persone pigre.

 

Esistono anche due modi di vivere l’Iniziazione uno detto “Sacerdotale” e l’altro “Reale”

 

Si distinguono le Iniziazioni in ambito Esoterico in Iniziazioni di tipo Sacerdotale o Contemplativo, in uso specialmente nelle Tradizioni Orientali, e Iniziazioni di tipo Reale, o Guerriero o Attivo, tipiche delle Tradizioni Occidentali. Carlos Castaneda, per esempio, seguiva una Via “Reale”. Non solo, ma secondo una Formula dell'Esoterismo Islamico, “L'Uomo è il Simbolo dell'Esistenza Universale”; quindi, indipendentemente dalla “Religione” di appartenenza, esistono contemporaneamente Vie diverse, quelle appunto Iniziatiche. Ad esse si accede per ferma volontà di conoscere il Vero.

L'insegnamento Iniziatico, e trasmissibile in certe forme, non è in realtà e non può essere, che una preparazione dell'Individuo per acquistare la Vera Conoscenza Iniziatica mediante l'effetto del suo Lavoro personale. Infatti la persona che frequenta una Via, progredisce in essa mediante il Lavoro che viene proposto e non “ascoltando” parole ed il Lavoro consiste in Esercizi, Meditazioni, pensieri, domande da porsi, e quant’altro è necessario per condurre la persona verso il “Risveglio”.

L'infallibilità della Tradizione: La Dottrina Iniziatica è infallibile perché è una espressione della Verità, che in sé stessa è assolutamente indipendente dagli individui che la ricevono e la comprendono. La garanzia della Dottrina risiede in definitiva nel suo carattere “Non-Umano”. Ossia Divino!

 

Quindi cos'è infine l'Iniziazione? E’ il modo mediante il quale l'essere umano passa dalle “Tenebre alla Luce”, ossia dal Mondo Illusorio a quello Reale. Lo Zen, per esempio, si autodefinisce “Una Via al di là delle Scritture, che punta direttamente al Cuore dell’Uomo”. Per questo non si troveranno mai scritti epliciti relativi a Vie Iniziatiche. L’intero Insegnamento avviene mediante la parola, da Maestro a Discepolo, e mai scritto.

Esistono, inoltre,  “Simboli”, “Punti” ed altri elementi che solo chi frequenta una Via Iniziatica conosce e non rivela, anche perché, se lo rivelasse, ne perderebbe il “Potere” senza peraltro trasmetterlo a chi lo ha rivelato.

 

Più avanti nel Percorso, vedremo in dettaglio la storia di Mansur Mastana Al-Hallaj, un saggio ed estatico Sufi che avendo ottenuto l’esperienza del Sé, lo dichiarò pubblicamente affermando “Ana’l-ahqq” che significa “Io sono Dio”. Ovvio che in una Religione Dualistica come quella Musulmana tale affermazione fu presa per eresia e Mansur fu condannato a morte per aver proclamato la propria identità con Dio.  Ma anche sul patibolo egli rideva e continuava ad affermare “La Verità” della sua esperienza ma gli altri non potevano capire e semplicemente pensarono che fosse impazzito e comunque meritevole di morte. In seguito i Sufi s’intesero fra di loro che in futuro sarebbe stato meglio non affermare pubblicamente tale Verità, che anche quando fosse stata raggiunta, era meglio uniformarsi alle convenienze essoteriche, lasciando le Verità Esoteriche nel cerchio ristretto degli Iniziati. Così a volte vi possono essere Esperienze Spirituali che non è bene divulgare poiché potrebbero essere fraintese o creare confusione nella mente degli ascoltatori. Per questa ragione in tutte le Scuole Iniziatiche si proibisce esplicitamente di rivelare le esperienze, i miracoli, le visioni, gli insegnamenti ricevuti e quant’altro.

 

"Tutte le Iniziazioni, quelle del passato come quelle odierne, insegnano una sola cosa: come realizzare l’unione fra lo spirito e la materia. Sì, una cosa sola, l’unione, la fusione fra lo spirito e la materia, fra l’uomo e il suo Creatore; ma le spiegazioni, le presentazioni e gli aspetti sono infiniti, poiché ci sono migliaia di conoscenze da acquisire per realizzare quella fusione. Tutte le Scienze sono lì, al servizio di un unico scopo: unirsi alla Divinità, fondersi con la Causa prima. Gli esseri umani stanno sempre cercando chissà cosa... Ma non occorre cercare, tutto è chiaro: non c’è nient’altro da cercare se non l’unione con Dio, e tutte le scoperte nei diversi campi della scienza devono solo contribuire a realizzare quell’unione."

(Omraam Mikhaël Aïvanhov)


IL MAESTRO  E DIVENTARE MAESTRO DI SE STESSO

 

Col proprio sforzo soltanto, senza guida né aiuto, non è possibile ottenere un accesso nel mondo dello Spirito, dal momento che non si può fare nulla da soli neanche nel mondo fisico, senza l'aiuto e la guida attiva di molti insegnanti, dalla culla alla tomba. In questo risiede la suprema importanza e il bisogno di un Maestro perfetto, un adepto  nella Scienza e nell'Arte dell'Anima, in grado di districare le correnti dello Spirito da ogni poro del corpo, dal piano delle sensazioni, ed innalzarlo al di sopra della coscienza fisica per renderlo testimone diretto della stupenda gloria Divina interiore. Un Maestro è una persona che è divenuta "Padrona" di sè. Ha sconfitto il suo Ego comprendendo di essere egli stesso un'espressione dell’Infinito.

 

Invece, in ogni occasione, il Discepolo deve brillare per gentilezza, equilibrio, serenità e purezza di vita, così da seminare ovunque il proprio amore, sia fra i fratelli sulla Via che fra coloro che non seguono il Cammino interiore. Mettendo in pratica gli insegnamenti del Maestro potremo perfezionare noi stessi col tempo, e divenire ispiratori anche di altre care anime in ricerca. In questo modo il campo della Scuola della Spiritualità sarà gradualmente preparato a ricevere abbondante semina, ed a dare, a tempo debito, ricche messi Spirituali.

 

Chi segue questa Scuola Iniziatica dovrebbe aver in parte già intuito quel Paradigma di lavoro che cercheremo di seguire.

All’inizio cercheremo di portare l'attenzione sull'importanza della "Presenza Mentale", senza la quale non ci si avvia in alcuna impresa di natura Spirituale o sulla conoscenza di Sé.

Successivamente ci soffermeremo sulla coscienza che deve rivolgersi sempre più verso se stessa, allentando in questo modo la presa che ha col mondo esterno; è un girarsi a 180° per ri-tornare alla Fonte da cui ogni cosa è stata originata.

Andare contro corrente purtroppo non è da tutti, ma per coloro che hanno sentito e sentono questa necessità di farlo, e non lo hanno ancora fatto, questo lavoro che proponiamo (con tutti i suoi limiti) è una grande opportunità.

Cerchemo quindi di far comprendere che l’Anima, per rispecchiarsi in quella Fonte, cioè nel suo stesso Sé, dovrà ricorrere all'aiuto di una qualche Divinità, verso cui sviluppare quell’amore sempre più intimo, necessario a sostenere lo sforzo di risalita (alla Fonte), come fa il Salmone quando risale l’impetuoso torrente. Questa fase aiuta molto ad accelerare il processo di riconoscimento della nostra natura Spirituale.

Infine, dopo lungo sforzo, si dovrà arrivare a trascendere e superare anche questa fase di purificazione mentale per arrivare a sperimentare quel "Nulla", stato indescrivibile dell’Anima da cui tutto ha origine e che tutto è immerso ma che nulla si potrà dire.

È un processo lungo, faticoso, ci vorranno forse anni, forse una vita non sarà sufficiente, ma una cosa è certa: più tardi si parte, più lo sforzo richiesto sarà maggiore. Per questo, purtroppo, non tutti sono disposti a iniziarlo.

Per quanto siamo tutti ancora immersi in questa titanica sfida, è sempre un piacere condividere quel poco di conquista fatta dopo il lavoro su se stessi, perché ci rendiamo conto quanto preziosa sia la propria libertà ottenuta dal giogo della materia; questo per quanto gli strumenti a disposizione per la loro limitatezza consentano di offrire l’esperienza di una tematica così complessa.

Questo è il lavoro che ci attende grazie all’aiuto insostituibile dell’esperienza lasciataci dai grandi Maestri dello Spirito.

 

"Tu sei il tuo solo Maestro. Chi altri può guidarti? Diventa padrone di te stesso e scopri il tuo Maestro interno."  (Buddha)

 

Apparentemente, questa frase di Buddha, è in contraddizione con ciò che abbiamo detto, cioè dell'insostituibile aiuto di un Maestro.

 

Cerchiamo di spiegarci meglio. se hai un Io, esso deve essere portato ad arrendersi ad un’autorità più alta. Se non ce l’hai, non hai bisogno di obbedire a nessuno. Se ti serve aiuto per cancellare questo mostro, devi affidarti ad un’autorità che lo prenda in custodia. Ma se non hai Io, non ti serve un Maestro. Il Maestro dev’essere il tuo stesso Sé.

Un Maestro è un Illuminato che mette in grado gli altri di illuminarsi. Una candela ha una fiamma ed ogni altra candela che vi venga accostata si accende come la prima. Se un Maestro non ti dà l'illuminazione è un predicatore, non un Maestro.

Oggigiorno è molto difficile trovare un Maestro. Ci sono soprattutto predicatori. Un vero Maestro non ha un insegnamento, semplicemente ti informa che tu non sei diverso da lui, dal Sé. Tu sei già Quello! Che cosa resta da insegnare? Il Maestro ti dice che lo sei già. Un Maestro dev'essere capace di farti capire che lo sei già e che quindi non devi più cercare. Tu sei già Quello! Tu sei già libero! La Verità ultima è che non c’è Maestro, non c’è insegnamento, non c’è studente. Compito di un Maestro non è creare Discepoli ma creare altri Maestri. Alla fine del percorso, tu devi diventare Maestro di te stesso.

 

"L’uomo è sempre dipeso da qualcuno che gli mostrasse la Via: un Guru, una Religione, un Libro. Ma la Verità è una terra senza sentieri e nessun Guru, nessun Credo o Libro vi ci può condurre. Dobbiamo essere luce a noi stessi, senza cercarla da qualcun altro. Il ruolo del Guru è solo quello di indicare: è l’individuo stesso che deve imparare. In questo campo, nessuno può veramente insegnare qualcosa a un altro. Ciascuno deve incontrare la Verità da se stesso, cominciando con il conoscere se stesso. La Verità nessuno può darvela: dovete scoprirla; e per scoprirla, deve esistere in voi uno stato mentale di percezione diretta. La comprensione nasce dall’esser consapevoli di ciò che è. Conoscere esattamente cio che è, il reale, il concreto, senza interpretarlo, senza condannarlo o giustificarlo, è sicuramente l’inizio della Saggezza. Soltanto quando cominciamo ad interpretare, a tradurre secondo il nostro condizionamento ed il nostro pregiudizio, soltanto allora manchiamo la Verità. Le nostre menti sono tanto gremite di nozioni infinite sui fatti, di quanti altri hanno detto, che siamo ormai incapaci di essere semplici e di avere noi stessi esperienze dirette. La mente si identifica con quello in cui crede; allora, quando smette di identificarsi, perché non ha nulla in cui credere, può guardare se stessa per quello che è. E questo, sicuramente, è l’inizio della comprensione di sé.”

(Jiddu Krishnamurti)

 


DESTINO, CASO, INTUIZIONI, POTENZA DEL PENSIERO, 7 LEGGI ERMETICHE, I 7 RAGGI

 

IL CASO

 

Non esiste alcuna casualità e ciò che viene presentato come casuale emerge dalle fonti più profonde”

 

(Friedrich Schiller)

Ogni persona vive “coincidenze” nella propria vita, a volte curiose, a volte così importanti che possono cambiare il nostro destino.

Ad ognuno di voi sarà capitata una casualità che sembrava così improbabile da definirla magica, come se ci fossero collegamenti tra eventi, persone o informazioni attraverso fili invisibili che possiamo intravedere solo a volte.

Sicuramente vi sarà capitato che un libro, uno spot pubblicitario o una canzone risponda a quella domanda a cui cercavate risposta. Vi sarà successo di pensare di chiamare una persona e proprio in quel momento di ricevere la sua telefonata, avrete avuto un incontro inaspettato in un luogo inaspettato o vi sarà successo di aver trovato la persona giusta al momento giusto. Questa non è casualità, ma sincronicità, uno degli aspetti più enigmatici e sorprendenti di questo Universo.

Tutto intorno a noi è permeato di messaggi sottili che a causa della mancanza di attenzione, passano inosservati ai nostri occhi, non riusciamo a riconoscerli, percepirli e apprezzarli.

Quasi fossimo personaggi di un intreccio, incontriamo spesso la persona o le persone che dobbiamo incontrare. In momenti di crisi o di grande apertura entra in scena per caso un personaggio che diventa per noi una delle figure principali nella storia della nostra esistenza: un coniuge, il nostro migliore amico, l’amore della nostra vita. In altri momenti, quando siamo soddisfatti di noi e della nostra esistenza, si manifestano dei legami che, quasi si trattasse di una forza della natura, sembravano destinati a emergere. In altri momenti ancora, quando per paura o per egoismo ci estraniamo dal mondo, gli eventi sincronistici attivano rapporti che ci circondano con insistenza, ossessivamente, l’impossibilità di ignorare del tutto i nostri legami con gli altri. Quando si verificano eventi simili percepiamo più profondamente la storia che stiamo vivendo, la storia che dice:  "Tu non sei solo".

Quando noi decidiamo di modellare la nostra vita sulla base di quello che sappiamo di noi, decidendo l’intreccio come se fossimo uno scrittore, ci dimentichiamo che, di noi, sappiamo solo una parte della storia: ci sfugge tutto quello che è inconsapevole. Ed è l’inconscio che modella la nostra storia.

A tutti prima o poi capita di vivere una coincidenza incredibile capace di modificare almeno in parte il corso dell’esistenza: sono quelli che Jung definiva “eventi sincronistici”, fenomeni in grado di cambiare l’immagine che abbiamo di noi stessi, il nostro modo di vedere il mondo, di aprirci nuove prospettive.

Un evento sincronistico, riflettendo uno stato d’animo interiore, spesso riesce a indicarci la direzione per noi più giusta.

Imparando a considerare la nostra vita un racconto dotato di coerenza interna, dove niente succede senza ragione, potremo imparare a sfruttare le coincidenze per comprendere meglio noi stessi e per dare alla nostra esistenza maggiore pienezza.

L’atteggiamento in grado di creare un evento “sincronistico” e un lieto fine per la storia della nostra carriera, è quello che tiene in equilibrio gli aspetti materiali e non materiali delle nostre motivazioni professionali, facendo delle nostre attività un modo conscio di affermare chi siamo e quali siano le cose che riteniamo importanti.

Se la nostra vita è una storia, come tutte le storie, è composta di vari capitoli. A volte soltanto una simbolica sovrapposizione tra l’interno e l’esterno, in forma di coincidenza significativa, è in grado di fornire la scintilla psicologica necessaria a voltare pagina e iniziare un nuovo episodio della vicenda che dobbiamo vivere.

Anche nei momenti più bui puo’ verificarsi un evento sincronistico che ci aiuta a trasformare l’oscurità in un’esperienza di rinascita e di continuità, dandoci un’ulteriore occasione di ricordare e di dire chi siamo.

Lo Psicologo Carl Gustav Jung è stato colui che ha coniato il termine sincronicità, facendo riferimento a “la simultaneità di due eventi legati dal senso, ma non causalmente”. Jung ha concluso che vi è un’intima connessione tra l’individuo e il suo ambiente.

Un’ esperienza sincronica viene di solito nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, a volte cambiando la direzione della nostra vita e influenzando i nostri pensieri. Ma per questo dobbiamo essere ricettivi e attenti al mondo che ci circonda, creando l’apertura per la possibilità di sincronicità.

Tutto dipende da una forza potente che ci collega all’Universo e favorisce determinate conoscenze, relazioni e avvenimenti.

Le persone e gli avvenimenti che compaiono nella vostra vita nascondono importanti motivi, significati e spiegazioni.

Per questo sbagliamo quando pensiamo che incontri e rapporti siano casuali: tutto dipende da una forza potente che ci collega e favorisce determinate conoscenze e relazioni.

Quanto più siamo consapevoli del nostro ambiente, tanto più probabile è che la sincronicità attorno a noi si manifesti, dobbiamo solo essere vigili.

Quando prendiamo coscienza delle sincronicità, con l’intenzione di farla evolvere per realizzare il nostro destino, stiamo attuando il Destino Sincronico. Diventiamo parte attiva nel grande piano creativo, dando uno scopo, un significato, una direzione, una intenzione alle coincidenze; con le nostre interpretazioni e conseguenti azioni, trasformeremo le Sincronicità in Destino Sincronico.

Se scorriamo le circostanze e manteniamo un atteggiamento ricettivo e aperto, lasciandoci trasportare dalla nostra intuizione e dalla notra saggezza interiore, si aprirà un “magico” che ci offrirà l’esperienza della sincronicità. Se ascoltiamo i messaggi che ci vengono inviati possiamo fare di questi messaggi una buona guida per la nostra vita.

 

Se adottiamo un atteggiamento simbolico nei confronti della nostra vita, esplorando il significato di cio’ che ci succede, e quindi attiviamo la nostra capacità di creare una totalità a partire dagli eventi accidentali e diversi che ci capitano, ci accorgeremo che indipendentemente dall’intreccio, dall’ambientazione e dai personaggi, maggiori o minori che siano, nelle storie della nostra vita niente succede per caso.

Non c’è bisogno di essere poeti per intuire che l’Universo, o per lo meno la nostra Terra, ci parla in ogni modo possibile.

Ogni rapporto è una specie di sincronicità: un evento unico in cui un incontro esterno di individui assume rilevanza emotiva, simbolica e trasformativa. Molti degli eventi mostrano che siamo collegati agli altri con legami molto più forti di quanto spesso non siamo in grado di riconoscere, e che ognuna delle coincidenze significative conferma il concetto Junghiano di inconscio collettivo, secondo cui ogni essere umano condivide a livello psicologico e spirituale un legame con tutti gli altri esserei umani.

Frasi fatte come “Ti succederà quando meno te lo aspetti” riflettono una verità: nel momento in cui siamo più concentrati, oppure più aperti, rispetto ai nostri limitati progetti, attiviamo nell’intreccio della nostra vita una fase di grandi potenzialità.

Come ha scritto Paulo Coelho nell’Alchimista:

"Per arrivare fino al tesoro dovrai seguire i segnali.
Dio ha scritto nel mondo il cammino che ciascun uomo deve percorrere.
Dovrai soltanto leggere quello che ha scritto per te".

Quante volte nella vostra vita avete detto: "È un segno del destino!"?


Ma sapete che cosa significa? Ci avete mai pensato? Significa che tutti siamo convinti che l’Universo mandi dei segni. Ogni volta che avviene una coincidenza è come se Dio compiesse un miracolo restando anonimo..

Voglio riportarvi questo testo del famoso iniziato del secolo scorso Omraam Mikhaël Aïvanhov, che ha lasciato scritto quanto segue:

"Benché la Terra sia altamente popolata, molte delle angosce percepite dagli esseri umani derivano dalla sensazione di essere stati proiettati nel mondo come in un deserto dove si trovano soli, smarriti, senza nessuno che risponda alle loro domande e alle loro richieste!

Ebbene, no, essi non sono soli, e se ne renderanno conto il giorno in cui prenderanno coscienza che fanno parte di un tutto, che questo «tutto» è vivo e che, essendo vivo, possono avere ininterrottamente scambi con esso: se parlano, da qualche parte ci sono sempre delle creature che li sentono e che rispondono".

Per tutto quello che facciamo, diciamo o chiediamo, riceviamo risposte: conferme o obiezioni, approvazioni o condanne.

Il mondo invisibile è continuamente presente, qui, intorno a noi: ci guarda, ci ascolta e ci dà sempre delle risposte. Il suo linguaggio, molto diverso dal nostro, non è di facile comprensione; e sta a noi interpretare.

Il mondo invisibile ci risponde sempre. Ecco l’origine di segni e coincidenze.

Se volete che una coincidenza significativa cambi la storia della vostra vita, vagabondate a caso per il mondo e siate pronti ad accogliere qualsiasi cosa la vita vi offra. L’imprevista svolta degli eventi potrebbe costituire il colpo di scena in una storia nella quale non ci eravamo ancora accorti di essere dei personaggi.